L’altro giorno guardavo distrattamente il telegiornale. Il volume era basso, quasi un ronzio, ma all’improvviso l’immagine di un cucciolo di orso polare ha attirato la mia attenzione. Alzo il volume. Il servizio parlava di una calotta glaciale nel circolo polare artico che, a causa del surriscaldamento globale, si è sciolta non riformandosi più, distruggendo completamente l’ecosistema e riducendo alla fame l’intera fauna del luogo. Qualche giorno prima, un’altra amara notizia: la colonia di pinguini imperatori Halley Bay nel Mare di Weddell, in Antartide, è praticamente scomparsa a causa dello scioglimento dei ghiacciai e del conseguente annegamento dei pulcini. E, secondo i ricercatori, questo è solo l’inizio di una strage senza precedenti. Roberto Danovaro, presidente del comitato scientifico WWF Italia afferma: “Gli effetti del riscaldamento globale sono già evidenti e stanno peggiorando. Dall’innalzamento del livello del mare alla riduzione dei ghiacciai, dal riscaldamento degli oceani all’estensione dei deserti, e saranno accompagnati da eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e gravi. Molte aree del pianeta stanno già pagando il costo di questi cambiamenti, con territori che diventano inabitabili, con una minore sicurezza alimentare, una diminuzione delle risorse idriche, una maggiore diffusione di malattie. Nonostante l’accordo sui cambiamenti climatici di Parigi che mira a limitare la crescita della temperatura globale al di sotto dei 2 °C (possibilmente limitandola a 1,5°C), dobbiamo aspettarci danni importanti da questi cambiamenti in futuro, con enormi perdite di biodiversità in ogni continente.”
È allarme rosso. Attualmente nell’ambiente sono presenti 33,1 milioni di tonnellate di CO2. Nella storia non si sono mai visti livelli così alti ed il fabbisogno energetico mondiale continua ad aumentare esponenzialmente.
Preoccupante anche la considerevole crescita dei livelli di PM10 nell’aria.
Ma cos’è il PM10 ?
Il PM10 è un materiale microscopico presente nell’atmosfera, generato in gran parte dall’uomo attraverso i processi di combustione. Le dimensioni di queste polvere sottili sono sempre più ridotte e questo le rende sempre più pericolose e nocive per l’essere umano perchè difficili da filtrare per il nostro apparato respiratorio. Inoltre, più sono microscopiche e leggere più faticano e depositarsi al suolo.
Nei paesi dove vi sono le più alte concentrazioni di PM10  i rischi per la salute sono consistenti: affezioni cardiorespiratorie, asma, riduzione delle funzionalità polmonari.
Questi dati portano ad un’unica conclusione: non si può più attendere. Le soluzioni devono essere drastiche e il contributo dev’essere di tutti, dei singoli e delle aziende.
Disfarsi di impianti obsoleti ad alto consumo energetico, ridurre i fumi di scarico, evitare il più possibile l’utilizzo di plastica e componenti non biodegradabili, impegnarsi nel riciclo e nella raccolta differenziata, ripulire gli ambienti inquinati, investire nelle energie rinnovabili, sono solo alcune delle azioni necessarie e alla portata di tutti per cercare di ridurre al minimo i danni, per pagare i nostri debiti con il pianeta terra.
Il PM10, per esempio, ha origine principalmente dagli impianti di riscaldamento, soprattutto da quelli più datati (a camera stagna o aperta) che emettono fumi di scarico con temperature che sfiorano i 150°.  Una soluzione, oltre ovviamente a tenere sempre controllato l’impianto termico, potrebbe essere il ricorso ad una caldaia a condensazione, che scarica fumi a temperature nettamente inferiori (40°/50°), limitando le emissioni di PM10 e che, grazie alle nuove tecnologie di controllo della temperatura, riduce il consumo di energia di circa il 25% – 30%.
Nel campo invece delle energie rinnovabili, protagonista assoluto è senza dubbio il fotovoltaico. Questo tipo di impianto, infatti, grazie all’energia solare, produce enrgia pulita e rinnovabile utilizzabile all’interno di qualunque struttura, senza generare alcun tipo di inquinamento. In più, oltre alla valenza ecologica, vi sono anche numerosi vantaggi economici, in quanto gli impianti fotovoltaici abbattono completamente il consumo di energia a pagamento.
Questi sono solo alcuni dei tanti accorgimenti che ognuno di noi può adottare per fare, nel proprio piccolo, la differenza.
Perchè la natura è un bene prezioso che non può più essere dato per scontato.

Tiziana Lunardi

 

 

Fonti:

www.wwf.it

www.ilfattoquotidiano.it

www.lastampa.it

www.scientificast.it